Le forze che pianificarono ed attuarono il rastrellamento del Grappa

Le forze che pianificarono ed attuarono il rastrellamento del Grappa

Le unità che svilupparono l’azione di accerchiamento e il successivo rastrellamento del massiccio montuoso del Grappa, erano composte da:

-unità della Wermacht

-unità delle SS

Gebirgsjäger da Roncegno

-contingenti di volontari ucraini

-secondo Battaglione del SS-Polizeiregiment “Bozen

1ª Legione d’Assalto “M” “Tagliamento”

-X MAS

Di supporto, per allestire posti di blocco, parteciparono le Brigate Nere di Vicenza e Treviso, oltre a compagnie della GNR (Crespano e Cavaso).

Le istituzioni tedesche e della R.S.I. nel bassanese

Il bassanese, dall’armistizio in poi, era divenuto un centro di comando fondamentale e nevralgico, con forze armate tedesche e italiane: oltre allo Standortkommandantur, il Comando del Presidio tedesco, ed una sezione del Sicherheitsdienst (SD), il servizio di sicurezza delle SS, alloggiati presso alberghi cittadini, nella zona aveva sede pure un’unità del servizio di controspionaggio dell’esercito (Cà Cornaro) ed era consolidato anche, nella caserma “E. Reatto”, un reparto della FlugabwehrKanone (Flak), la contraerea tedesca; nella stessa caserma, inoltre, alloggiava il battaglione alpino “Bassano” (divisione “Monte Rosa”) alle dipendenze del capitano Giovanni Maria Zilio, oltre ad unità del Centro Addestramento Reparti Speciali della GNR. In un edificio attiguo alla caserma, aveva sede l’Ufficio Politico Investigativo del Ten. Perillo, alle dipendenza della 42° Legione della GNR.

La città ospitava inoltre il Sottosegretariato dell’Aeronautica del Ministero della Difesa Nazionale, la cui sede era distribuita tra il Collegio Vescovile Graziani, Palazzo Bonaguro e alcuni edifici comunali.

Grazie alla puntuale opera di ricostruzione storica curata da Francesco Tessarolo ne “1944 la strage annunciata”, riusciamo a delineare il ritratto di alcune personalità che permisero, con il loro lavoro, l’individuazione precisa delle forze partigiani sul Grappa e, quindi, la riuscita sul piano bellico della così denominata “Operazione Piave”.

In particolare, ci soffermiamo sulla stretta collaborazione, sfociata anche in relazione sentimentale, tra il sopra citato Ten. Alfredo Perillo, e la sua segretaria Eleonora Licia Naldi. Entrambi non bassanesi, arrivano in città solo in seguito al consolidamento delle strutture direttive della R.S.I. in zona.

Tenente Alfredo Perillo

Tenente Alfredo Perillo

Il Perillo, figlio di emigrati italiani, nativo della cittadina mineraria di Esch-sur-Alzette in Lussemburgo, rientra in italia per il servizio militare; giunge a Bassano nel giugno ’44, con il ruolo di capo dell’Ufficio Politico Investigativo, come già detto, con il compito specifico di organizzare la guerriglia alle formazioni partigiane.

Licia Eleonora Naldi

Licia Eleonora Naldi

La Naldi invece giunge in città nel marzo ’44, accolta dalla famiglia di Lino Camonico, martire della Resistenza: i numerosi alloggi e stanze private presenti in città erano stati requisiti per l’insediamento del Ministero dell’Aeronautica già a partire dal novembre ’43; forte di un diploma d’Istituto Magistrale di Bologna, arriva nel bassanese con l’intento di provvedere al sostentamento dei suoi 6 fratelli, dopo la morte in guerra del padre. Dalle parole della madre di Lino, la sig.ra Maria Favero:

“Nel marzo del 1944 ebbi ad ospitare in casa mia la signorina Naldi Licia Eleonora […]. In un primo tempo e per alcuni mesi essa tenne una condotta esemplare[…]. Poi cominciò a frequentare elementi della Aeronautica e tedeschi per qualche festino. […] un po’ alla volta cessò di abitare a casa mia finchè nell’ottobre o novembre venne a riprendersi la sua roba e si trasferì nella Villa Dalla Valle”

La giovane maestrina divenne quidi informatrice e fedele segretaria del Perillo, definita dal Tessarollo

“[…] elemento solerte e fidato, implacabile e spietata inquisitrice e zelante delatrice, fino a raggiungere un ruolo non marginale anche nel rastrellamento del Grappa.”

Allo stesso Lino Camonico, che l’aveva ospitata, sorgono dei dubbi:

Lino Camonico

“A proposito della Licia, mi è venuta in mente u’idea, che può essere bizzarra, ma che non mi esce più dal cervello. Non potrebbe darsi che tutto questo voglio dire questi arresti siano opera sua: perchè se non sbaglio qualche volta aveva visto a casa mia tanto Lucio che Bepi, e forse i nomi erano sfuggiti a me o ai miei.”

Informazione assodate, danno la Naldi in un sali e scendi ripetuto sul Grappa, fingendosi filo-partigiana e incontrandosi più volte con Lino Camonico, colui che le diede asilo: appare più che verosimile lo scenario per cui, anche tramite le sue precise e putuali informazioni, il Perillo potè definire con ottima approssimazione il numero, la dislocazione e l’organizzazione delle formazioni partigiani, garantendo un supporto strategico fondamentale all’esito positivo, e tragico, dell'”Operazione Piave”.

Gli articoli collegati:

Parte 1- Introduzione e contesto europeo nel ’43-’44

Parte 2- La situazione nel bassanese

Parte 3- Le forze nazifasciste in gioco

Parte 4- I giorni precedenti il rastrellamento

Parte 5- L’azione militare nazifascista sul Grappa

Parte 6- La testimonianza di Don Odone Nicolini

Parte 7- Il silenzio, le immagini, la memoria

Articolo di Samuele Guizzon

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