Videosorveglianza e Qr-code: Venezia tra prenotazione obbligatoria e braccialetti elettronici

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Ma cosa sta succedendo nella mia amata città??? Cosa sta diventando la città italiana viatico di culture e mondi differenti per antonomasia?

Certo, negli ultimi anni è stata visibile una certa inversione di rotta, una costante spinta verso la privatizzazione di asili e biblioteche, una predilezione per investimenti nella sicurezza e nella videosorveglianza piuttosto che educativi e sociali. Probabilmente, c’era da aspettarsi che per progresso e avanguardia, la giunta del sindaco Brugnaro avrebbe inteso un implemento tecnologico ed un maggior controllo sociale; ma io, da inguaribile romantica quale sono, speravo che Venezia non diventasse un parco giochi, una “Disneyland a pagamento” smettendo di essere un prezioso bene dell’umanità aperto a tutti: speravo si sarebbe investito sull’intercultura, sull’aumento delle biblioteche, su maggiori possibilità abitative per i giovani residenti, sui servizi sociali ed educativi, sulle scuole…ma come aspettarsi tutto ciò da un sindaco che ha iniziato il mandato dicendo che:

“..il camper degli educatori della riduzione del danno [che da 30 anni svolgevano attività pedagogica a Venezia e a Mestre e con i quali ho iniziato il mio lavoro di educatrice] è da eliminare in quanto simbolo di degrado cittadino”

o che:

“dobbiamo educare i nostri figli perché siamo diversi da chi vive sugli alberi con le banane”

o ancora:

“bisogna assumere vigili allenati perché prendano i nigeriani in fuga”

piuttosto che:

“…bisogna esternalizzare [privatizzandoli] biblioteche e asili nido

o per finire:

“…nella mia Venezia non darò mai l’autorizzazione per fare un gay pride, perché mi fa schifo”

Ecco diciamo che forse in questa cornice valoriale ed etica non c’è proprio il posto per aspettarsi nuove proposte molto distanti da tutto questo.

Ciononostante, quando ho letto le ultime notizie sulla mia tanto cara città, se possibile, la mia amarezza è stata ancora maggiore.

Andiamo con ordine. Nel Corriere della sera del 15 maggio 2022 viene riportato a grandi titoli e gran voce il nuovo orgoglio della città: la “smart control room”…una stanza di controllo situata al Tronchetto, prima sul pianeta, da cui le “sentinelle hi-tech” possono vigilare su tutti noi, possono garantire costantemente la nostra sicurezza, possono monitorare il nostro benessere e difenderci meglio da eventuali aggressori, vandali, assassini…insomma, una “cabina di regia del grande fratello orwelliano” di tutto rispetto. Persino il giornalista che ne elogia il primato veneziano, definisce il suo ingresso nella stanza in questi termini “sembra di entrare in un film di fantascienza”…ma a quale film si riferirà? Immagino di sicuro NON un film dispotico e distopico…no, perché poi afferma che la presenza di ciascuno nella città viene rilevata attraverso le celle telefoniche ma…”tutelando la privacy” cioè nell’immediato l’intelligenza artificiale rileverà da dove veniamo…continente, stato, regione, città…”ma nient’altro”….Il sindaco è entusiasta, l’ha voluta così tanto questa avanguardia che sono stati stanziati poco più di 5 milioni di euro per la nobile causa.

Però ciò che in questi giorni lo rende ancora più fiero è:  la prenotazione obbligatoria per entrare nella “sua” città…proprio così, ora che stiamo prendendo sempre più confidenza con qr-code e pass vari…ora che la nostra mente, pian piano, quasi impercettibilmente, è sempre più “aperta” all’idea che per fare una qualunque cosa, per cui prima non servivano permessi e requisiti particolari, ora ci voglia un lasciapassare di tutto rispetto…ora è il momento giusto per far introiettare ai bravi concittadini (o sudditi?) che per aver accesso ad una città serve un codice…ma certo, è per tutelarla, perché a Venezia ci sono troppi turisti…problema che non si poneva invece quando le cosiddette grandi navi portavano migliaia di turisti in uno stesso momento distruggendo fondali e sfiorando disastri…ma questa è una soluzione all’insegna del progresso tecnologico…che sottende una vera presa in carico dei problemi strutturali di Venezia…ed è per questo che esulta sui giornali : “Saremo i primi al mondo!!!!!”.

E poi, tranquilli, non sarà a pagamento….per quest’estate!

Ma, non ho nemmeno il tempo di ringraziarlo in cuor mio più volte per questo primato che mi inorgoglisce, per questo “esperimento sociale veneziano” che…

ecco un’altra prodigiosa proposta, un’altra idea di cui Venezia farà da apripistail braccialetto elettronico balneare.

Un braccialetto elettronico, come quello che devono indossare le persone detenute durante i permessi premio o le misure alternative alla detenzione…ma questo è diverso, non sarà utilizzato per un maggior controllo su ciascuno e obbligatoriamente…no, sarà per la nostra tutela, cioè per la tutela dei più fragili…per esempio se un bambino o un anziano si dovesse perdere…è uno strumento volontario…forse alla festa del Redentore sarà obbligatorio, ma solo in quella occasione…se tutti si perdessero?

Lo so che la tecnologia non è un male di per sé  e che, essendo uno strumento, dipende dall’uso che l’uomo ne fa…

…ma non riesco a non essere umanamente e socialmente preoccupata per queste decisioni che, a parer mio, troppo superficialmente si stanno prendendo…in termini di macro-sorveglianza, di identificazione digitale, di codici per accedere a sempre più servizi senza un dibattito critico in merito, senza tavoli di confronto tra cittadini e amministrazioni, senza dedicare uno spazio di pensiero e riflessione adeguato in termini di diritto alla privacy e non solo.

A me questa Venezia, capofila di un mondo così pieno di telecamere, qr-code e braccialetti elettronici non fa presagire nulla di buono…e a voi?

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Articolo di Sara Mollame

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