“D’oro, alla torre quadra, all’antica, merlata alla ghibellina fondata sopra una base di tre gradini, sostenuta da due leoni affrontati, il tutto di rosso. Lo scudo sarà fregiato di corona o di cinque fioroni visibili, o di città”

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D’oro, alla torre quadra, all’antica, merlata alla ghibellina fondata sopra una base di tre gradini, sostenuta da due leoni affrontati, il tutto di rosso. Lo scudo sarà fregiato di corona o di cinque fioroni visibili, o di città

Vista del Ponte degli Alpini

Conosciuta per il “Ponte degli Alpini”, Bassano del Grappa è un comune veneto, con una popolazione di poco superiore ai 40mila abitanti distribuiti in un’area di circa 50 chilometri quadrati, posto ai piedi delle prealpi Venete (dominato dall’altipiano di Asiago e il Monte Grappa).

L’antico nome di Bassano doveva essere Fundus Baxiani, toponimo che deriva molto probabilmente dall’antico proprietario terriero: un certo Bassio o Bassius; il nome completo si deve invece al governo fascista che, nel 1928, decise di mutare “Bassano veneto” nell’attuale “Bassano del Grappa”, in onore dell’estremo sacrificio che la città compì nel fermare l’avanzata austroungarica proprio sul massiccio omonimo. La città fu inoltre insignita della Croce di guerra al valor militare come “città di prima linea” nel conflitto 1915-1918.

Una curiosità a riguardo: nel cuore di Roma, precisamente sull’Altare della Patria, nel 1921 viene posta una roccia proveniente dal Monte Grappa, il monte sacro agli italiani. La deposizione avviene per celebrare la Sepoltura del Milite ignoto, sotto una targa riproducente il Bollettino di Vittoria di Armando Diaz.

Ma andiamo per ordine…

I primi insediamenti conosciuti si attestano tral’XI e il IX sec. a.C., testimoniati dai ritrovamenti presso la necropoli di San giorgio in Angarano.

L’arrivo dei Romani si individua approssimativamente verso ilII sec. a.C., periodo in cui la zona venne rese coltivabile.

Per quanto riguarda il dominio longobardo (VI-VIII sec) e quello franco (VIII-IX sec) ci sono pochissime informazioni; esistono invece fonti scritte che descrivono un nucleo abitato nel 998 (Pieve di Santa Maria)

Pieve di Santa Maria

e nel 1150 (castello).

Vista aerea del castello

Vicenza estese il suo dominio sulla cittadina nel 1175, stringendo relazioni economiche, politiche e militari con la famiglia degli Ezzelini. In questo periodo, complice pure il supporto dell’imperatore Federico II, Bassano fece da base operativa per le operazioni militari dei Da Romano (Ezzelino III in particolare) che portarono al controllo esteso su Vicenza, Padova, Verona, Treviso, Brescia e Trento.

In questo periodo si fa risalire la costruzione primordiale del celeberrimo ponte ligneo, ad opera di Gerardo Maurisio (1209): ma per la trattazione di quest’opera così famosa e rappresentativa per la città, con i vari restauri e ricostruzioni, dedicheremo necessariamente un articolo a parte.

Con la morte di Ezzelino III (1259), la città ottenne la protezione di Padova, pur mantenendo la sua autonomia.

Ne seguì una lunga serie di domini (Vicenza, Padova, Verona), per arrivare nel 1388 al controllo dei Visconti.

Nel 10 giugno 1404, la Serenissima dota Bassano di un podestà e un capitano scelti tra i patrizi veneziani, definendo un’ampia zona comprendente, fino alla fine del XVIII sec, Pove del Grappa, Cassola, Rossano Veneto, Tezze sul Brenta, Rosà, Cartigliano e fino a Solagna, San Nazario, Cismon e Primolano.

In questo periodo nascono le manifatture per cui Bassano  divenne famosa in tutta Europa: dal tessile all’oreficeria, passando per l’editoria e la stamperia; a tal proposito non si possono non menzionare le famiglie dei Da Ponte (pittura) e quella dei Remondini (stamperia).

Con la sconfitta degli austriaci per mano di Napoleone nella battaglia di Bassano del 1796 e la caduta della Serenissima nel maggio del 1797, la cittadina visse un periodo tumultuoso: il trattato di Campoformio della fine del 1797 sancì l’annessione all’impero austriaco.


Targa descrittiva delle impronte di pallottole napoleoniche


Il 7 aprile 1815, Bassano entra a far parte del Regno Lombardo-Veneto, passando al Regno d’Italia nel 1866, a seguito della terza guerra d’indipendenza: gli accordi della pace di Vienna, permetteranno infatti l’annessione del Veneto al nascente Regno. Da sottolineare che nel 1816 divenne “Città Regia”, unica città non capoluogo ad esserlo nell’area  veneta.

Durante la Grande Guerra, Bassano visse giorni drammatici: viatico inevitabile per il soldati diretti al fronte, la città vide la contemporanea invasione dei fuggiaschi dalle città vicine sotto il controllo imperiale e lo sfollamento di circa 7000 persone dopo la disfatta di Caporetto; a tutto ciò si aggiunsero momenti terrificanti, con gli austriaci che arrivarono a poco chilometri dalle mura cittadine.

Gli anni che vanno dal 1922 al 1943 videro anche a Bassano l’affermarsi del regime fascista. A partire dal 1926 non si tennero più le elezioni amministrative e il sindaco venne sostituito dal podestà di nomina governativa.

Alla voce “Bassano del Grappa” dell’”Enciclopedia dell’Antifascismo e della Resistenza”(vol.I) si legge:

“Durante la Guerra di liberazione fu uno dei più gloriosi centri di organizzazione della Resistenza”.

La città fu purtroppo teatro di momenti drammatici e tragici: tristemente noto è il “Rastrellamento del Grappa” del settembre ’44 (con un macabro bilancio di 500 morti e 400 deportati) che culminò nell’”Eccidio di Bassano” con 31 impiccagioni per ordine del vicebrigadiere SS Karl Franz Tausch.

Foto storica del triste Eccidio di Bassano

Ancora oggi i cittadini onorano questo triste sacrificio con le targhe che campeggiano in Viale dei Martiri.

Il Viale dei Martiri ai giorni nostri
Particolare esemplificativo della targhe commemorative

E anche per quanto riguarda questo drammatico periodo per la comunità bassanese, dedicheremo una trattazione a parte: è doveroso e lo riteniamo necessario.

La città non venne liberata prima della fine aprile 1945 e venne insignita il 9 ottobre 1946 della Medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione:

«Fra Brenta e Piave, per i 20 mesi d’occupazione nazista, i suoi volontari della libertà hanno combattuto in epiche gesta di guerra la lotta contro il nemico invasore. La nobile città col territorio del Grappa sacrificava sulle forche 171 giovani vite e immolava 603 suoi figli davanti ai plotoni d’esecuzione, sopportava il martirio di 804 deportati e di 3212 prigionieri e la distruzione di 285 case incendiate. Sanguinante per tanta inumana ferocia, ma non domo, il suo popolo imbracciava le armi assieme ai partigiani e nelle gloriose giornate dal 25 al 29 aprile 1945 fermava il nemico sul Brenta costringendolo alla resa. Esempio purissimo di ardente italianità, confermava ancor una volta, nella guerra di liberazione, col sangue dei suoi figli migliori le eroiche tradizioni di cospirazione e di sacrificio del ’48 e del ’66 e le fulgide giornate del ’17 e del ’18. Settembre 1943 – aprile 1945»

Targa incisa con la motivazione del conferimento della M.O. concessa a Bassano del Grappa

Ai giorni nostri è famosa nel mondo per due principali eccellenze: l’asparago bianco e la grappa.

L’asparago bianco DOP

L’asparago bianco, un ortaggio che in questa zona trova un’ideale clima mite e temperato, ha dal 2007 ricevuto il marchio europeo DOP (Denominazione di Origine Protetta): di colore bianco, lunghezza tra i 18 e i 22 centimetri e diametro centrale minimo di 11 mm, turioni ben formati, dritti, interi con apice serrato, teneri e non legnosi, di aspetto e odore freschi. Sono venduti in mazzi da 1 o 1,5 chilogrammi e  si riconoscono dal logo verde con asparagi e il famoso ponte dove sono impressi codici numerici per l’identificazione univoca del produttore, del giorno di raccolta e il confezionamento del prodotto.

Caratteristico mazzo di asparagi bianchi di Bassano

Per informazioni consultare: https://www.asparagobassano.it/

L’ANTICA DISTILLERIA

Per quanto riguarda la grappa, distillato principe della città, non si può non menzionare lo storico produttore Nardini: si tratta della piu’ antica distilleria d’Italia, nata nel 1779 per volontà di Bortolo Nardini. Si tratta quindi della storia bicentenaria di una famiglia che ha legato il suo nome inevitabilmente a quello della città. La storica prima sede produttiva, posta all’ingresso del Ponte Vecchio, è attualmente un locale pubblico tappa obbligata per i cittadini e i turisti.

Ingresso dell’antica prima sede della distilleria

Per informazioni consultare: https://www.nardini.it/

Una segnalazione particolare va fatta per il Museo Civico: all’interno dell’ex convento dei frati francescani è uno dei più antichi del Veneto e le prime collezioni risalgono al 1840. Al suo interno si trova la più ampia raccolta di opere di Jacopo da Bassano e un’ala interamente dedicata ad un altra figura di eccellenza di questa terra, con busti e gessi originali: Antonio Canova. Nella sezione medievale si può ammirare il celebre crocifisso del Guariento, mentre nella sezione del Seicento e Settecento brani di artisti quali Tiepolo, Gentileschi, Magnasco.

Per informazioni consultare: https://www.museibassano.it/

Il chiostro dell’ex convento oggi museo civico

Per chi volesse approfondire la storia di Bassano, può farlo attraverso l’opera del “Comitato per la storia di Bassano del Grappa”: fondato nel 1980, opera continuamente al fine di “promuovere e pubblicare notizie, informazioni e documenti atti a favorire la conoscenza di fatti e personaggi che nel corso dei secoli hanno segnato le vicende della città”. Per contatti: http://www.storiadibassano.it/.

Per chi volesse invece informazioni su come visitare la città e per i vari servizi che la cittadina offre: http://www.comune.bassano.vi.it/.

Non ci resta che augurarvi di vivere il prima possibile tutto ciò che questa città, attraversata da secoli dal fiume Brenta e a pochi chilometri a nord di Cittadella, offre a chi si reca in visita!

Articolo di Samuele Guizzon

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