La libertà di scelta non è un giudizio

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Chaos ab ordo… ma al momento nessun ordo ab chao. Libertà e giudizio, scelta e imposizione, decisione e manipolazione, sono parole usate in modo distorto, ma percepito corretto dai molti che le esprimono immersi nella confusione mentale.

Diviene sempre più difficile discernere tra verità e falsità, soprattutto risulta complicato dire a se stessi:

“E se non fosse quello che è successo?”

per riportare la frase di Erich Finch nel film V per Vendetta.

Libertà di scelta è una frase che mai va seguita da un MA o un PERO’, perché questi prevedono un intrinseco giudizio e una propaganda del personale pensiero e visione della vita. Il giudizio è una sentenza e come tale la mente condanna chi è diverso, pensa pensieri diversi, prova emozioni e sentimenti differenti, agisce altre azioni.

Ignorare tutto questo è il meccanismo attuato dalla mente che mente a se stessa per evitare l’ammissione che la diversità è il meglio per una società evoluta. Come più volte espresso: meglio una bella bugia che una brutta verità, poiché dona sicurezza. Ma la certezza è un’altra cosa, perché si basa solo su se stessi, escludendo le influenze e manipolazioni del mondo essoterico.

Giudicare è sentirsi attaccati da un nemico inesistente, è solo percezione, è irreale. Giudicare è voler condannare il diverso, perché diverso è considerato pericoloso. Giudizio è propaganda subliminale delle proprie idee accettate come assolute. Ognuno DEVE AVERE il sacrosanto diritto di esprimerle liberamente, ma la propaganda come verità assoluta è deleteria per la società. Essa divide all’interno generando caos dal cosmo.

Imposizione e libertà

La libera scelta è la facoltà di decidere per se stessi ciò che è ritenuto il meglio, qui e ora. Nessuna imposizione, di qualsiasi entità e portata, può essere il meglio per qualcun altro, poiché è impregnata di reazioni di rifiuto, chiusura, sottomissione. Quante volte pensiamo di aver deciso da noi stessi e in realtà la scelta è il frutto di una sottile manipolazione? Una scelta espressa nella paura, rabbia, odio, vergogna, orgoglio, mai può essere libera, ma dettata da invisibili legami energetici.

L’imposizione in nome del bene superiore non può prescindere da molti aspetti, primo fra tutti: cos’è il bene superiore? Diviene, dunque, utile valutare tutti gli elementi in gioco, senza esclusione di quelli che non piacciono perché diversi dalle credenze cristallizzate.

Le più diffuse forme di discriminazione sono nei confronti di chi ci è accanto e che sfociano successivamente in movimenti pro e contro qualsiasi cosa. Ogni scelta discriminatoria massificata trova la causa nell’approvazione individuale di soppressione del pensiero critico individuale.

Nel chaos ab ordo nulla è come sembra.

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Articolo di Serena Pattaro

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