Evasione ed elusione: due termini diffusi nell’ordinamento fiscale

Uno dei temi più caldi messi in risalto dall’emergenza attuale è quello relativo al contante legato a due fattori: l’essere veicolatore del virus e causa scatenante dell’evasione fiscale. Da anni i piccoli imprenditori e i lavoratori autonomi vengono visti come uno dei cancri principali del paese portando, attraverso i mancati pagamenti degli emolumenti dovuti, al degrado dei servizi per la comunità. Ma è veramente così? Nel 2019 la Corte dei Conti ha stimato come cifra sottratta al fisco, 110 miliardi. Il sito Studio Cataldi ci informa che: “Secondo i calcoli e lo studio della Ong “Tax Justice Network”, l’Italia perde 12,4 miliardi e i mancati introiti corrispondono al 9% della spesa sanitaria”. Una cifra esorbitante che darebbe ragione ai detrattori di imprenditori e artigiani. Continuando a leggere scopriamo che: “Nello specifico, nove miliardi del mancato gettito sono da attribuire al trasferimento dei profitti delle multinazionali verso i paradisi fiscali, mentre circa 3 miliardi sono svaniti a causa di singoli contribuenti che nascondono ricchezza offshore”. Insomma, sembrerebbe che la guerra andrebbe fatta altrove.

A confermarci che non sono proprio i piccoli imprenditori il male assoluto, un articolo del 2019 dell’Agenzia Italia (AGI) intitolato: L’evasione fiscale delle grandi aziende è 16 volte maggiore di quella delle piccole. Zabeo (Cgia): “Le modalità di evasione delle holding non è ascrivibile alla mancata emissione di scontrini o ricevute, bensì al ricorso alle frodi doganali, alle frodi carosello, alle operazioni estero su estero e alle compensazioni indebite”.

Insomma, basta fare una rapida ricerca per scoprire che la realtà è ben diversa. Ma come si pone il Triveneto nelle questioni fiscali? Se il Trentino primeggia nella classifica della fedeltà fiscale composta dal rapporto della CGIA di Mestre, Friuli e Veneto non sfigurano piazzandosi rispettivamente al quarto e quinto posto, attestandosi sotto la media nazionale di 16,3 € evasi ogni 100 € di gettito incassato. La Provincia Autonoma di Bolzano si attesta al primo posto con 12,4 €, quella di Trento con 13,5, il Friuli con 13,7 e il Veneto con 14,3.

Elusione fiscale ed evasione fiscale

Possiamo ascrivere l’evasione fiscale come principale cancro economico o c’è di più? In realtà esiste un altro termine diffuso nell’ordinamento fiscale, ma poco conosciuto e divulgato, parliamo dell’elusione fiscale. Questi due termini sono spesso confusi, ma in realtà è fondamentale siano ben distinti. Vediamo dunque cosa sono e in cosa si differenziano. In aiuto ci viene sempre il sito dello Studio Cataldi.

L’elusione fiscale è l’atto del contribuente con il quale egli aggira una norma di legge per poter pagare i tributi dovuti in maniera ridotta. Quando si ha elusione fiscale? Quando il contribuente pone in essere una o più operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto delle norme tributarie, realizzano degli indebiti vantaggi fiscali. Simili operazioni continuano a non essere opponibili al fisco e ad essere reputate inefficaci ai fini fiscali. Diverso è il caso in cui le operazioni poste in essere trovino la loro giustificazione in valide ragioni extrafiscali volte a migliorare l’impresa o dell’attività professionale del contribuente.

L’evasione fiscale, al contrario dell’elusione, è invece quel comportamento con il quale il cittadino, violando specifiche norme fiscali, tenta di ridurre o eliminare il prelievo fiscale a suo carico. In sostanza, l’evasione è posta in essere occultando l’esatto imponibile di un tributo o, addirittura, il suo presupposto.

A questo punto vediamo quanto incide l’elusione fiscale nel nostro paese e da chi viene praticata. I numeri sull’evasione fiscale si leggono, indignano, ma poi si dimenticano. Soprattutto, raramente si pensa a quello che potrebbero significare per noi. Un’idea molto concreta ce la fornisce sempre l’ultimo rapporto di Tax Justice Network (Tjn). Nel mezzo di un’emergenza sanitaria, il rapporto ricorda come, con i soldi sottratti al fisco da individui e multinazionali, potremmo permetterci di pagare lo stipendio a379mila nuovi infermieri. Oppure, più in generale, potrebbe aumentare del 9% la spesa per i suoi ospedali e le strutture sanitarie. Ancora,  destinare alle scuole il 15% in più dei soldi che ricevono oggi, rendendole più efficienti.

A quanto ammontano questi soldi? Secondo Tax Justice fiscali. Le multinazionali sottraggono al fisco italiano 7,4 miliardi di euro, individui che non dichiarano asset o spostano altrove i loro redditi altri 2,5 miliardi di euro. Anche in questo caso vediamo come siano le multinazionali e le grandi aziende a sottrarre ricchezze al paese danneggiando proprio i piccoli imprenditori.

Come funziona e perché sembra così facile eludere il fisco?

A disposizione delle persone fisiche esistono innumerevoli strumenti, tutti sul filo della legalità. Per le multinazionali è ancora più semplice. Si costituisce una filiale in un paese a fiscalità agevolata e qui si spostano gli utili attraverso operazioni infragruppo. E se il pensiero corre veloce subito al gruppo GAFA (Google, Amazon, FAcebook, Apple), sappiate che molte aziende “italiane” hanno sede fiscale in paesi con forti agevolazioni fiscali, su tutte FCA, Ferrero, Luxottica e quella Mediaset che, nelle sue pubblicità, si vanta della sua italianità. Come se non bastasse, l’assurdo è che, questo problema, l’Europa ce l’ha proprio in casa sua se si pensa che Olanda e Lussemburgo sono al terzo e quarto posto per valore di gettito sottratto ad altri paesi del mondo. Circa 1 euro su 5  persi dal fisco italiano finiscono ad Amsterdam. Oltre al danno, dobbiamo sostenere la beffa di una politica che si fa sbeffeggiare da anni proprio dagli olandesi. Un’altra beffa riguarda il fatto che essendo stati membri dell’Unione Europea, non rientrano nella giurisdizione fiscale ostile.

L’elusione fiscale in tre meccanismi

Milena Gabanelli descrive un quadro chiaro e completo nel suo articolo pubblicato sul Corriere intitolato: “Tasse, ecco come sei paesi europei sottraggono all’Italia 6,5 miliardi di euro”. La giornalista esemplifica l’elusione attraverso tre meccanismi:

1) Il primo è quello di stabilire la sede fiscale dove la tassazione è più bassa: basta dimostrare che la società è «residente» in quel Paese e, cioè, che i meeting del Consiglio di amministrazione si svolgono là.

2) Il secondo è quello del «transfer pricing», le transazioni economiche (spesso fittizie) all’interno di un gruppo multinazionale (come prestiti, cessione di marchi o brevetti, servizi assicurativi), il tutto gestito da una controllata che ha sede in un paradiso fiscale. Lo ha fatto Fiat con Fiat Finance & Trade, controllata lussemburghese di Fca che per 15 anni ha fornito servizi finanziari ad altre società del gruppo, una sorta di banca con tanto di utili che la Corte Europea ha condannato a pagare 23,1 milioni di euro di tasse arretrate al Lussemburgo, frutto di un vantaggio fiscale indebito grazie a un accordo ad hoc con il Granducato.

3) Il terzo è quello che adottano molte aziende digitali: fatturare tutto in un Paese estero con fiscalità agevolata. Come fanno Booking, Google e Uber, le cui sedi sono in Olanda e lì fatturano anche i servizi che vendono in Italia. I vantaggi fiscali passano spesso dal tax ruling, come fanno ad esempio i sei Paesi dell’Ue. Formalmente è un modo per le multinazionali di richiedere preventivamente chiarimenti alle autorità fiscali per evitare successive controversie, ma di fatto sono accordi privati su regimi di tassazione inferiori a quelli previsti per legge. Come lo scandalo LuxLeaks che ha coinvolto il Lussemburgo che per anni ha garantito sconti fiscali sui flussi finanziari attraverso accordi segreti a 300 società di tutto il mondo (31 erano italiane).”

Mafia SPA

Se pensate che sia finita qua il bello deve ancora arrivare. Qual è quella società per azioni che fattura più di tutti in Italia? È la premiata ditta Mafia Spa. Pronti a farvi salire ulteriormente la bile? Da un articolo pubblicato dal sito Affari Italiani nell’agosto 2020, leggiamo testualmente: “In un articolo del 2017 il giornalista de Il Sole 24 ore, Gianni Dragone, scriveva: “La mafia, secondo l’ultima commissione parlamentare antimafia (presidente Giuseppe Pisanu), avrebbe un fatturato, cioè ricavi pari a 150 miliardi di euro all’anno”. Parliamo di quella che è, ahinoi, a tutti gli effetti la prima società italiana per indotto. Continua Dragoni: “Avrebbe 40 miliardi di ricavi in più rispetto al primo gruppo italiano, Exor, che ha al suo interno Fiat-Chrysler, Ferrari, Cnh, le assicurazioni Partner Re, la Juventus (111 miliardi il fatturato 2016 di Exor)”. […] La ricerca condotta dal docente e professore universitario bocconiano Paolo Pinotti fa emergere che la criminalità organizzata sottrae allo Stato tra il 15% ed il 20% del Pil nazionale.”

Ora, cominciamo a fare due conti. Da una parte mettiamo l’evasione fiscale dei 110 miliardi. Sappiamo che l’evasione delle multinazionali e delle grandi aziende è 16 volte quella dei piccoli imprenditori. Per cui ne deduciamo che l’evasione degli autonomi e dei piccoli imprenditori si attesta a circa 7 miliardi. Dall’altra parte abbiamo, quindi, 103 miliardi di evasione delle grosse aziende e delle multinazionali, 10 miliardi di elusione fiscale e 150 miliardi legati alla Mafia Spa. Ancora convinti che siano i piccoli imprenditori il problema? Prima di chiudere vi rilascio un’ultima chicca. Esiste un altro “buco”, più o meno nascosto, ed è quello degli sprechi della Pubblica Amministrazione. Una ricerca dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha comparato il mancato gettito degli evasori con i costi aggiuntivi che gravano su famiglie e imprese a causa del malfunzionamento dei servizi pubblici: come emerge dal report, ciò che sprechiamo ci costa più della frode fiscale. Ebbene si, l’ammontare degli sprechi è di ben 200 miliardi che sommati alla mafia e all’elusione ed evasione delle multinazionali, fanno 463 miliardi di euro contro i 7 miliardi dei piccoli esercenti ed artigiani. A questo punto sorge spontanea una domanda: è proprio la piccola e medio impresa il problema?

Articolo di Redazione di Blog Triveneto Movimento Roosevelt

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